Confermato l’elemento perequativo anche per il 2019 che impedirà agli stipendi degli insegnanti la decurtazione? A parole il Governo sembrerebbe confermarlo. Ma nei fatti sarà davvero così?
Meno 300 milioni di euro. A questa cifra ammonterebbero i tagli ai redditi destinati al personale scolastico previsti nel Def, unica cifra che interessa la scuola presente nel documento e che è possibile trovare alla voce “Dati di consuntivo”.
“Non ci sarà nessuna riduzione degli stipendi per il personale docente – dichiara Bussetti in un’intervista a LaStampa -. Questo nonostante il fatto che il precedente governo avesse previsto tagli alla retribuzione che avrebbero raggiunto i 29 euro al mese in meno per i docenti di minore anzianità e gli Ata a partire da gennaio prossimo”.
E Luigi Di Maio sottoscrive:
“nella legge di Bilancio non ci sarà un solo centesimo tagliato al mondo della scuola né a quello dell’università, neanche un centesimo sara decurtato per gli stipendi dei docenti. Anzi, nel DEF abbiamo scongiurato il calo di retribuzione previsto dal vecchio governo individuando i fondi necessari affinché questa riduzione non ci fosse.”
Simona Malpezzi del Pd attacca il vicepremier Di Maio, che in precedenza aveva rassicurato sul fatto che per la scuola non sono previsti tagli.
“Di Maio mente e i docenti pagheranno cara la ‘manovra del popolo’ – scrive su Facebook la senatrice Malpezzi -. Nel Def c’è scritto chiaramente che gli stipendi del personale della pubblica amministrazione, tra cui il personale della scuola, subiranno una riduzione dello 0.4% con un taglio pari a oltre un miliardo per tutto il settore pubblico e a più di 300 milioni per la scuola.
Per la scuola il cambiamento si traduce nell’abbassamento degli stipendi dei docenti!”
A rincarare la dose anche il Sindacato ANIEF:
“Ora anche gli altri sindacati della scuola sono costretti ad allinearsi a quanto sostiene Anief da tempo, sottolineando che “nel DEF è scritto chiaramente che i redditi da lavoro dipendente della pubblica amministrazione si ridurranno dello 0,4% in media nel biennio 2020-2021” e che bisognerebbe quindi trovare circa sei miliardi per il triennio 2019-2021, a cui aggiungerne altri per le nuove assunzioni e per fare investimenti nella digitalizzazione e nell’innovazione.”
Si attende chiarezza, a questo punto, nelle prossime settimane.